Quello della detergenza e della pulizia è un trend miliardario per le aziende. Per le famiglie un capitolo di spesa fisso e costante. Vediamo in rapida sequenza i prodotti e le operazioni in chiave ecologica della pulizia della casa.
Vetri puliti. Tensioattivi, ammoniaca e fosfati sono le componenti dei detergenti convenzionali per vetri; un metodo semplice ed efficace è rappresentato da sola carta di giornale e acqua: grazie agli inchiostri e altri componenti chimici presenti nella carta, lo sfregamento è efficace tanto che i vetri possono tornare trasparenti.
Tappeti e moquette. Anche qui i comuni shampoo contengono tensioattivi, composti amminoacidi, derivati dal cloro, potassa caustica, solventi, tutti prodotti inquinanti. Vanno evitati soprattutto se ci sono bambini che passano molto tempo a giocare sulla moquette; in alternativa può essere usata una miscela di acqua e aceto bianco in parti uguali a cui va aggiunta qualche goccia di detersivo liquido per stoviglie.
Pavimenti. I detersivi per pavimenti, soprattutto quelli disinfettanti o “igienizzanti” possono contenere formaldeide o altri battericidi, insieme a derivati amminici, ammoniaca e solventi; qui le marche di detersivi ecologici offrono una vasta gamma di prodotti; si ottengono inoltre buoni risultati aggiungendo nell’acqua del secchio uno spruzzo di detersivo liquido per piatti e due bicchieri di aceto bianco.
Sanitari. Qui vengono di solito impiegati prodotti molto aggressivi a base di acidi forti (cloridrico e fluoridrico) e di ipoclorito di sodio; i detersivi ecologici possono venire anche qui in valido soccorso, oppure si può usare il limone a pezzi da sfregare direttamente sulle superfici. Va bene anche l’uso di soda, pomice e argilla bianca miscelate insieme (questa è una mistura indicata per lo sporco eccezionale).
Stoviglie. Nei detersivi convenzionali sono presenti tensioattivi, fosfati, coloranti e conservanti; è in commercio una vasta gamma di prodotti più o meno ecologici, vanno tutti pressoché bene, compresi quelli di grandi multinazionali del settore che hanno investito nell’ambiente in questi ultimi dieci anni. Devono comunque essere presenti tensioattivi vegetali, solfato di sodio, acido lattico, acido sorbico
Di base però, come fare a scegliere bene? Guardare attentamente l’etichetta e assicurarsi che nella composizione non figurino:
-sbiancanti ottici (non sbiancano il tessuto ma si depositano sulle fibre resistendo al risciacquo, potenzialmente allergogeni);
-tensioattivi (ce ne sono di sintetici e semisintetici usati per i prodotti ecologici; i sintetici sono di derivazione petrolchimica, quelli ad anello benzenico sono nocivi per l’ambiente e difficilmente biodegradabili);
-fosfati (in parte sostituiti dall’Edta, ugualmente tossici per le acque);
-solfati (il solfato di sodio non ha potere lavante, serve solo per aumentare il peso e il volume del prodotto e a incrementare la durezza dell’acqua);
-acidi e basi forti (acido cloridrico, fluoridrico, solforico sono dannosi per la pelle e per gli occhi);
-solventi sintetici (trielina, paradiclorobenzene, dicloro-propano rappresentano prodotti altamente nocivi, potenzialmente cancerogeni e fortemente inquinanti);
-disinfettanti e igienizzanti (formaldeide, esaclorofene e molte altre sostanze nocive che svolgono funzione battericida);
-cloroderivati (la comune candeggina usata come sbiancante e disinfettante è irritante e può liberare il tossico gas cloro);
-componenti minori (antischiuma, antidepositanti, profumi, coloranti, conservanti, tutti potenzialmente allergogeni e irritanti).
Preferire quindi prodotti con tensioattivi ricavati da olii vegetali, argilla, olii essenziali; sono accettabili quelli con gli acidi tartarico e malonico, il citrato di sodio, la polvere calcarea.
Scegliere prodotti con odori non eccessivi (test olfattivo), i detersivi di origine chimica hanno infatti un odore innaturale ed esagerato. Evitare prodotti vivacemente colorati.